Il Governo ha riconfermato anche per il 2025 il taglio del cuneo fiscale. Ma siamo sicuri che sia vantaggioso per tutti? Analizziamo la misura nei dettagli.
Il Governo di Giorgia Meloni su una misura non ha mai avuto dubbi: il taglio del cuneo fiscale! Già da mesi l’Esecutivo ha anticipato la ferma intenzione di riconfermare questa misura anche per il 2025 nonostante le poche risorse economiche a disposizione per l’intera manovra di Bilancio.
Questa manovra, infatti, è stata pesantemente condizionata dall’esiguità delle risorse: circa 20 miliardi di euro. Quasi la metà rispetto agli anni precedenti. Senza contare che, per il 2025, il Governo non potrà fare extra deficit in quanto l’Unione Europea ha già avviato la procedura d’infrazione contro il nostro Paese e fare ulteriore debito non è più ammesso.
Solo il taglio del cuneo fiscale ha comportato una spesa di ben 10 miliardi. La metà – o quasi – dell’intero budget a disposizione. Ma l’Esecutivo ha voluto portare avanti quest’agevolazione per i redditi medio-bassi i quali troveranno vantaggio anche nella riconferma del sistema a tre aliquote Irpef. Ma siamo davvero sicuri che il taglio del cuneo fiscale sarà vantaggioso? Chi ci guadagnerà veramente e quanto?
Taglio del cuneo fiscale: ecco come stanno in realtà le cose
Via libera al taglio del cuneo fiscale anche per il prossimo anno. Il Governo di Giorgia Meloni, infatti, con la manovra di Bilancio 2025 ha deciso di riconfermare quest’agevolazione che si rivolge ai redditi fino a 35.000 euro. Quanto si ritroveranno di più, a conti fatti, in busta paga i dipendenti?
Facciamo una piccola premessa: che cos’è il cuneo fiscale? Il cuneo fiscale è la differenza tra quanto un dipendente guadagna al netto e quanto, di fatto, costa in termine di contributi Inps. L’Inps dei dipendenti viene pagata per la maggior parte dall’azienda ma una parte – corrispondente a circa il 9% – spetta al lavoratore stesso.
Il taglio del cuneo fiscale va a ridurre proprio la quota di Inps che il lavoratore paga di sua tasca. Tagliando il cuneo fiscale un dipendente, pertanto, avrà una busta paga più sostanziosa. Il guadagno ci sarà, dunque, per i redditi fino a 35.000 euro lordi all’anno. Si parla di un guadagno di circa 80 euro al mese. Tuttavia nel “guadagno complessivo” che dà diritto a beneficare di questa agevolazione sono considerati tutti i redditi, non solo quelli da lavoro.
Pertanto se una persona supera anche di poco i 35.000 euro lordi all’anno a causa di altre entrate come, ad esempio, pensione di reversibilità del coniuge defunto o immobili messi a rendita allora verrà esclusa dal taglio del cuneo fiscale a prescindere dal suo stipendio come lavoratore dipendente.
Rispetto alla legge di Bilancio 2024, nel 2025 ci saranno novità interessanti. Infatti l’Esecutivo ha deciso di aumentare i benefici per i redditi sotto i 20.000 euro. Chi ha un reddito inferiore a 20.000 euro lordi all’anno, non godrà del taglio dei contributi ma avrà direttamente una somma di denaro in più in busta paga. L’ammontare di questa somma sarà calcolata nel seguente modo:
- 7,1% in più rispetto al reddito complessivo per chi prende fino a 8500 euro all’anno;
- 5,3% in più per i redditi compresi tra 8500 e 15.000 euro all’anno;
- 4,8% in più per i redditi tra 15.000 e 20.000 euro lordi all’anno.
Infine i redditi compresi tra 20.000 euro e 32.000 euro lordi all’anno beneficeranno di una detrazione d’importo fisso pari a 1000 euro. Anche in questo caso, però, nel reddito complessivo verrà calcolato tutto e non solo il reddito da lavoro.