La Legge di Bilancio 2025 stabilisce un aumento delle pensioni minime nel 2025: a quanto ammonterà la nuova cifra?
La Legge di Bilancio 2025 è finalmente pronta, dopo mesi di intenso lavoro da parte del Governo. I punti attenzionati sono sicuramente numerosi, tra tutti spiccano ad esempio la conferma definitiva del taglio del cuneo fiscale e le novità in materia di pensioni e prepensionamenti.
Nel 2025, infatti, verranno aperte delle finestre per poter andare in pensione in anticipo, a patto che si rientri in alcuni requisiti stabiliti dalla legge. Tale possibilità è ad esempio destinata ai lavoratori precoci (41 anni di contributi di cui almeno 1 versato prima dei 19 anni), agli invalidi civili con almeno il 74% di invalidità.
Ma anche ai lavoratori che abbiano svolto mansioni usuranti, ai disoccupati in seguito a licenziamento o dimissioni per giusta causa e a chi abbia svolto mansione di caregiver per un parente disabile grave convivente per almeno 6 mesi. Inoltre bisogna considerare i requisiti previsti da Opzione Donna.
La Legge di Bilancio 2025, però, non ha attenzionato la questione pensioni solo in materia di prepensionamenti, ma anche in merito alle pensioni minime. In particolare per l’anno prossimo è previsto un aumento degli importi, dovuto al tasso di adeguamento inflazionistico e a una maggiorazione voluta dal governo per conservare il potere d’acquisto delle minime.
Tali aumenti saranno rispettivamente dell’1,6% e del 2,2%. Dirlo solo in termini percentuali, però, non basta, perché molti potrebbero chiedersi: “sì, ma di che aumento effettivo stiamo parlando?“. Ad oggi la pensione minima è fissata a 614,77 euro, ma a partire da gennaio 2025 tale importo aumenterà fino a 638,35 euro al mese.
Si parla dunque di un aumento di 23,58 euro al mese, che trasposto su base annua (comprensiva di tredicesima) corrisponde a circa 306,54 euro: circa una mezza pensione in più. Da una parte, dunque, questo aumento potrebbe far piacere, ma dall’altra si potrebbe obiettare che gli aumenti del costo della vita rendono una maggiorazione di questa entità quasi irrisoria.
A pensarla in questo modo è ad esempio Carlo Rienzi, presidente dell’associazione dei consumatori Codacons, il quale ha affermato che si tratta di “una vergogna inadeguata a colmare il pesante peggioramento delle condizioni economiche subito dai pensionati“. Il governo, però, ha anche previsto l’erogazione di alcuni bonus aggiuntivi dedicati ai nuclei familiari in difficoltà economica.
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